– Eccoci nuovamente con le notizie della settimana e con un approfondimento su una sfumatura particolare dello Yoga: il Woga.
Nato da un’idea di Harold Dull, un istruttore acquatico e poeta americano, il Woga
si caratterizza per la trasposizione in acqua degli esercizi tipici dello Yoga tradizionale.
Se è vero che, secondo l’ISTAT, nel 2015 il 21,1% degli italiani hanno praticato regolarmente sport acquatici e che durante il lockdown legato alla pandemia da Coronavirus moltissimi altri si sono avvicinati al mondo dello yoga per i suoi benefici, la previsione di RiminiWellness circa i futuri trend del settore 2021 sembra molto più sensata di quello che appare. La più grande manifestazione legata al fitness, infatti, ha individuato come in futuro ci sarà una prevalenza sempre maggiore di allenamenti da svolgere durante le vacanze immersi nella natura, principalmente per continuare i progressi fatti durante la chiusura generale e, allo stesso tempo, ricollegarsi a quanto ci ha aspettato fuori le mura di casa.
Ecco allora che viene riscoperto il Sand Power Walking, ovvero la camminata potenziata sulla sabbia; lo Stand Up Paddle, ovvero la classica ‘’surfata’’ con l’introduzione di una pagaia; il nostro Woga e infine un’alternativa in caso di maltempo, il Mall Walking, ovvero le camminate veloci nei centri commerciali.
Ma cosa ne pensano gli esperti di Yoga italiani di questa novità? Noi di Cube Radio lo abbiamo chiesto alla dottoressa Francesca Stocco, naturopata e insegnante di yoga molto attiva sui social.
FS: Ciao Agata dammi pure del tu, ci mancherebbe. Allora, io sinceramente non avevo mai sentito parlare di questo Woga, mi sono un po’ informata, ho guardato e… Sicuramente sono idee di uno Yoga moderno perché non c’entra nulla la tradizione. Non so bene di cosa si tratta, nel senso che se si va sott’acqua secondo me è un po’ in antitesi con quello che insegna lo Yoga, cioè lavorare sul respiro. Quindi no, se si sta fuori dall’acqua non ne trovo tanto il senso. Mi dà come l’impressione che sia una trovata moderna, giusto per fare qualcosa di nuovo, però ripeto non è che me ne intendo tanto e che conosco tanto. Sicuramente posso dirti che non c’entra nulla la tradizione in questo caso.
– Grazie. Quindi ci confermi che il Woga è poco praticato in Italia, soprattutto se una professionista continuamente aggiornata come te non lo conosce abbastanza. Ma aiutaci pure a capire se l’elemento dell’acqua può essere un’alternativa allo Yoga tradizionale per quelle persone che hanno difficoltà motorie.
FS: Allora chiamarlo yoga non lo so sinceramente. Sicuramente può essere di aiuto comunque per persone che hanno difficoltà come donne in gravidanza o obesi o persone disabili perché aiuta il movimento in acqua. Per tutto il resto trovo però a livello proprio anatomico e fisico che sia meglio farlo fuori dall’acqua perché si attiva il sistema tonico-posturale e si va a lavorare proprio anche a livello di ossa e muscoli, cosa che è ben diversa per la gravità in acqua. Quindi non lo so sai, mi sembra una delle cose moderne che si inventano oggi.
Piuttosto potrebbe essere un buon esercizio per percepire sé stessi, rilassarsi… Senza dubbio deve essere molto piacevole l’acqua come elemento, lo sappiamo, però non lo so, non lo chiamerei yoga se devo essere sincera.
– Grazie dottoressa Stocco per la sua testimonianza.
Dunque, proprio come accennato dalla nostra ospite, il Woga sembra coinvolgere maggiormente la parte spirituale che fisica di questa tipologia di esercizi.
Essere a contatto con l’acqua ci porta non solo inconsciamente a provare sensazioni legate all’infanzia e al periodo fetale, ma anche a provare un senso di agio legato alla formazione stessa del nostro stesso corpo umano, prevalentemente fatto d’acqua, appunto.
Infine, a proposito di corpo, il Woga sembra rispondere anche a quelle difficoltà di movimento che qualcuno può presentare e che limitano dal praticare Yoga, proprio perché come afferma il fondatore in un’intervista, per lavorare in piscina non occorrono prerequisiti particolari e non è indispensabile saper nuotare ma anzi, spesso la pratica del water yoga aiuta a superare la paura dell’acqua.
Staremo a vedere come l’Italia risponderà a questo nuovo trend.
L’appuntamento Sonar di oggi termina qui. Da Agata Borracci è tutto, linea allo studio.