Eccoci ritrovati con Sonar, la nostra rubrica di approfondimento di Cube Radio News.
Il salesiano Cyril Odia ed il suo progetto
”Entrerete molto in sintonia con questo film, perché stiamo promuovendo proprio la causa di Papa Francesco’’. Queste le parole di Padre Cyril Odia ai microfoni di Cube Radio, che in veste di produttore esecutivo, parla del film intitolato ‘’The Oratory, St. John Bosco African Story ’’, uscito a settembre 2021.
L’idea del direttore della comunità salesiana di Maynooth vede la proiezione della vita di Don Bosco in una sorta di baraccopoli nigeriana dei giorni nostri. Un ambiente degradante che ospita situazioni di povertà, di abbandono, di denigrazione e criminalità, specchio delle emergenze reali nel mondo.
La situazione in Nigeria
Nel Paese africano situazioni sanguinarie e di violenza si presentano quasi all’ordine del giorno, come se i problemi circa la sovrappopolazione ed i cambiamenti climatici non bastassero.
Il culmine è stato raggiunto tra il 26 ed il 28 settembre nei villaggi a Nord della Nigeria, quando oltre 140 persone hanno perso la vita e altre sono state ferite.
Secondo quanto riporta la sicurezza locale, si tratterebbe di scontri tra i combattenti dell’Iswap (Islamic State West Africa Province) e quelli di Boko Haram (locuzione che significa la cultura occidentale è proibita), in una guerra religiosa e civile che ormai da decenni agita e svela la fragilità della politica interna del paese.
Entrambi di matrice terroristica, i primi si distinguono dai secondi solo perché seguono un’agenda internazionalista e non nazionalista come gli altri, secondo quanto riporta il Centro Studi Internazionali Italia.
Una lotta mortale che suggerisce longevità, a causa del desiderio di vendetta che anima entrambe le parti ed è legato a uccisioni di leader e perdite di territorio.
Nel frattempo, la popolazione continua a soffrire tra rapimenti, furti e saccheggi.
Secondo l’Unicef, infatti, le bande hanno preso di mira gli istituti scolastici, sequestrando un totale di circa 1400 studenti. Notizie che fanno rattristare il Papa, che in occasione dell’udienza generale in Aula Paolo VI, ha rinnovato le preghiere per l’intera popolazione nigeriana affinché “nel Paese sia sempre garantita l’incolumità di tutti i cittadini’’.
La presenza Salesiana a Lagos
Ecco allora che, grazie al finanziamento ricevuto da “Salesian Missions”, ovvero la Procura Missionaria salesiana di New Rochelle negli Stati Uniti, i salesiani trasformano le parole di Papa Francesco in aiuto concreto a 25 ragazzi salvati dalle strade di Lagos, in Nigeria.
Fornendo loro un’educazione scolastica, una formazione professionale, assistenza psicologica e cure mediche, è stato possibile allontanare i pericoli e le ombre della criminalità dalla vita di questi giovani a cui son mancati i bisogni primari di una persona.
Perché proprio Lagos? A rispondere è don Augustine Okeke, direttore dell’opera salesiana, che spiega come in realtà essa sia una metropoli particolarmente ambita da chi, in giovane età, può permettersi di viaggiare alla ricerca di benessere, lavoro e denaro. Purtroppo però, a Lagos “si rendono conto di essere soli e di non aver nulla, finendo a vivere per strada”.
E’ proprio qui, per strada, che avviene il primo punto di contatto tra i salesiani e i ragazzi, offrendo sostegno morale e psicologico. Successivamente, grazie all’aiuto degli enti pubblici come Polizia, Servizi Sociali, Ufficio di Protezione dell’Infanzia e Tribunale Minorile, il supporto si sposta nel Centro salesiano per la Protezione dei Minori (Don Bosco Child Protection Centre, abbreviato DBCPC), dove le figure religiose vengono affiancate da quelle professionali per garantire un’adeguata preparazione a una nuova fase della loro vita.
Il fattore familiare non viene trascurato, infatti il personale salesiano continua a lavorare anche con le famiglie affinché, ove possibile, ci sia un ricongiungimento futuro.
Abbiamo finito il tempo a nostra disposizione per questo Sonar. Appuntamento alla prossima volta con la seconda parte di questa storia. Linea allo studio.