Green is the new black, perché sta bene con tutto e non basta mai, da qualche anno anche per le aziende. La moda sostenibile è una delle tendenze degli ultimi anni e una promessa che le aziende fanno nel rispetto del pianeta terra. Un tentativo dell’intero settore di porre rimedio all’inquinamento globale.
Tra i brand più famosi vediamo Stella McCartney, marchio apripista dei marchi di lusso sostenibili, dove le collezioni sono create con materiali eco fino al 65%. L’ultima lanciata nel 2020 riflette il Manifesto McCartney, un elenco di valori dalla A alla Z scritto in collaborazione con 26 artisti scelti dalla stilista. Per esempio A sta per sta Accountable, e Z per Zero Waste. I capi finali della collezione rispecchiano dunque i 26 ideali, in particolare l’attenzione all’ambiente e l’utilizzo dei tessuti per ridurre gli sprechi.
Un secondo brand degno di nota è Patagonia, azienda tessile statunitense che produce abbigliamento sportivo. In Italia ha lanciato Patagonia Action Works, una piattaforma pensata per tenere in contatto le organizzazioni ambientaliste del territorio e le comunità. L’iniziativa ha visto coinvolte centinaia di persone che tengono a cuore le questioni ambientali.
Ma non è tutto, perché il famoso brand, ha inoltre iniziato a creare packaging sostenibili. L’azienda ha condotto dei test interni cercando di eliminare le buste di plastica impiegate nella consegna degli ordini. È emerso, però, che i prodotti inseriti nella scatole di cartone e privi di una busta di plastica sono molto più esposti all’umido e allo sporco, rischiando così di arrivare danneggiati a destinazione. Una soluzione adotta è stata quindi utilizzare buste di plastica più piccole. Questo sicuramente è un ottimo inizio, nonché uno sforzo di Patagonia nel tentativo di ascoltare i propri clienti.
Terzo brand tra i più sostenibili al mondo è Timberland, azienda che produce abbigliamenti con materiali organici, come i pellami provenienti da allevamenti rigenerativi, tessuti riciclati e rinnovabili, come la gomma naturale responsabile. I principi di sostenibilità del marchio olandese si rispecchiano infatti nel processo di innovazione ecologico e nella produzione di indumenti a basso impatto sull’ambiente. L’obiettivo è dunque costruire un futuro più verde e proprio per questo Timberland ha promesso di piantare 50 milioni di alberi entro il 2025.
Il brand si impegna, inoltre, anche dal punto di vista sociale. I dipendenti infatti hanno 40 ore di tempo retribuito per fare volontariato nella propria comunità.
Stella McCartney, Patagonia e Timberland sono esempi di performative environmentalism, cioè l’ambientalismo delle azioni quotidiane e individuali, anche nelle aziende, che scelgono il rispetto del pianeta tutti i giorni.