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Ieri, domenica 21 agosto, quattro attivisti di Ultima Generazione sono entrati nella Cappella degli Scrovegni a Padova, incatenandosi alle barriere metalliche che dividono lo spazio dedicato ai visitatori dalle pareti affrescate.
I quattro erano entrati nella Cappella, dichiarata solo l’anno scorso patrimonio Unesco, intorno alle 10.20, con un normale biglietto di ingresso. Una volta all’interno, due di loro hanno, in primo luogo, esposto uno striscione recante le scritte “Ultima generazione no gas e no carbone”. Subito dopo i due si sono incatenati alle balaustre e, mentre pronunciavano ad alta voce i messaggi di protesta, gli altri due militanti li hanno ripresi.
«Non c’è niente di più importante da fare in questo momento storico – ha affermato il primo attivista – se non agire per salvarsi la pelle. Quando manca il cibo, manca l’acqua, le persone diventano violente. Cos’è successo in Siria, cos’è successo in Sudan, in tanti Paesi in cui già non si può vivere? Quando la temperatura raggiunge un livello oltre il quale è impossibile vivere, cosa dobbiamo fare? Le persone se ne vanno, le persone migrano, ci sono conflitti». «La disobbedienza civile – lo segue l’altro – è l’unico modo per farsi sentire».
Dopo nemmeno trenta minuti, è giunta sul posto la polizia che ha, dapprima, tentato di convincere gli attivisti ad andarsene volontariamente. In seguito, viste le loro resistenze, ha optato per il taglio delle catene. Gli agenti hanno, infine, proceduto a portare via di peso i manifestanti.
Da Claudia Gallinaro, per Cube Radio Venezia, è tutto.