Bentrovati a questo nuovo appuntamento con Sonar. Io sono Agata Borracci e oggi affronteremo il tema dell’inquinamento legato ai Luna Park, nello specifico quelli mobili.
I LunaPark mobili, chiamati anche giostre, sono quell’insieme di attrazioni smontabili e trasportabili che si spostano solitamente di città in città.
É una manifestazione itinerante, che segue un calendario annuale legato alle popolari feste civili e religiose o che si insidia periodicamente in un punto molto frequentato come le località balneari.
Oltre alla precarietà, altre prerogative per definire un Luna Park ‘’mobile’’ – e quindi distinguerlo dal classico Parco Divertimenti – sono l’assenza di un unico biglietto per l’accesso ma piuttosto la presenza di singole casse per ogni attrazione e l’assenza di un tema specifico che le raggruppi come invece vale per, ad esempio, Disneyland.
Se è vero che questo universo è avvolto da uno stigma a causa di situazioni di abusivismo e criminalità organizzata, è anche vero che alla fine ogni professione, qualcuna più qualcuna meno, è caratterizzata da questi aspetti negativi.
Ci tiene a farlo emergere il signor Donati, proprietario di un tiro a segno che in un’intervista fatta a Parmateneo puntualizza come loro non siano dei semplici ‘’giostrai’’ ma ‘’esercenti viaggianti dello spettacolo’’, una professione che esige una licenza e l’iscrizione alla Camera di commercio.
Si presume che, per quanto detto poco fa, risulta difficile ottenere un punto di vista particolarmente approfondito da questa parte, pur sforzandosi di fare il possibile chiedendo a più persone di fornire la propria testimonianza. Consultando ancora la testata Parmateneo, si legge qualche parola più aspra da parte del signor Magnani, che lamenta come la burocrazia costituisca un’ulteriore problematica alle varie che si trovano ad affrontare durante la propria carriera. Bisogna infatti inoltrare richieste, relazionarsi con amministrazioni a sua detta sempre più avare di spazi, procacciarsi permessi, allacci e poi ci sono i controlli.
Non solo questo, ma se c’è qualcosa che probabilmente molti non sanno è che l’inquinamento acustico provocato dalle attrazioni è effettivamente sanzionabile dalla legge. È stato il caso degli abitanti di Cattolica, che nel 2012 hanno ottenuto un risarcimento per il disturbo da rumore provocato dal 2005 al 2011 dai giostrai.
I danni che questo inquinamento ha provocato, hanno condizionato la salute degli abitanti, i quali hanno lamentato pesanti stress, affievolimento dell’udito, disturbi del sonno e persino paure legate all’insorgenza di malattie cardiache.
Il tribunale di Rimini ha deciso così, con una sentenza, di imporre al Comune un risarcimento per tutti coloro che hanno dimostrato di essere parte lesa.
Ma è davvero necessario arrivare alle punizioni per invertire la rotta?
A quanto pare no, almeno per il Luna Park ‘’alternativo’’ di Bruno Ferrin, classe ‘37, a Treviso.
Nascosto in un bosco di pioppi, le attrazioni funzionano esclusivamente grazie ai principi della dinamica che il signor Ferrin ha osservato e costruito personalmente.
La prima è stata un’altalena, nata dall’indisponibilità del fabbro di fiducia e dalla sapiente arte di arrangiarsi del proprietario. Da lì gli scivoli, le montagne russe e la centrifuga entrambe a pedali, la ruota panoramica, la giostra del giro della morte e tante altre sono arrivate a popolare il piccolo parco divertimenti privo di energia elettrica e completamente fatto da materiali di scarto. In un’intervista fatta a LaVita, infatti, il signor Ferrin racconta come raccattare oggetti vecchi, riverniciarli e usarli con un po’ di fantasia per far divertire gli ospiti è un’attività che a 84 anni lo appassiona ancora fortemente.
In conclusione, dunque, istituire un Luna Park ecosostenibile è possibile, ma è necessario che la burocrazia agevoli il più possibile la professione degli ‘’esercenti
viaggianti dello spettacolo’’ per perseguire insieme l’obiettivo di fare intrattenimento nel rispetto dei visitatori e dell’ambiente.
Il Sonar di oggi termina qui, Agata Borracci per Cube Radio News, a voi studio.