Ben trovati su Cube Radio News. Io sono Claudia Gallinaro.
In questi giorni caldi del conflitto tra Russia e Ucraina, nonostante i molti appelli alla pace e alla risoluzione pacifica del conflitto, possiamo constatare, come, alla fine, siano proprio i civili a subire le conseguenze più pesanti.
In questo triste scenario una luce è rappresentata da iniziative di accoglienza e solidarietà di cui si è fatto portatore anche il superiore della visitatoria salesiana in Ucraina, don Mykhaylo Chaban. La sua testimonianza parla di una situazione «molto dolorosa e molto triste», in cui le persone sono state costrette da un giorno all’altro a lasciare le loro case e i posti dove studiano o lavorano.
Don Mykhaylo si prende del tempo per menzionare tutti quei giovani dai diciotto anni in su che si stanno arruolando nell’esercito per difendere «tutto il popolo ucraino». Cita, inoltre, il caso del giovane soldato che si è fatto esplodere per distruggere un ponte strategico per l’avanzata dei carri armati russi: lo definisce uno degli eroi e afferma che il ragazzo era consapevole che avrebbe potuto perdere la vita, ma che l’ha fatto «per amore degli altri».
Alla nostra domanda diretta su come la Chiesa locale stia assistendo la popolazione ha replicato: «I nostri ragazzi che abbiamo portato in Slovacchia, i ragazzi della casa famiglia, sono settanta orfani che non sono potuti andare tutti, per la maggior parte, cinquantacinque persone, chiedevano: “Ma don, quando torniamo, quando potremo venire e stare insieme e giocare le partite a Leopoli, la nostra casa?” Io ho detto: “Sì, speriamo che avvenga il più presto possibile”. Certo, è una cosa che non sappiamo e speriamo e preghiamo che la pace viene (sic.) nei prossimi giorni o nelle prossime settimane, più presto possibile. Questo è il nostro desiderio, il desiderio di tutti gli ucraini, di tutti i giovani, di tutto il mondo che ci sostiene».
Don Mykhaylo ha concluso l’intervista invitando anche noi italiani ad accogliere chi ne ha più bisogno, in particolare i ragazzi, dando loro la speranza di un futuro migliore, il più lontano possibile dagli orrori della guerra.
Da Claudia Gallinaro, per Cube Radio Venezia, è tutto.