Eccoci ritrovati con la nostra rubrica sui temi della comunicazione, della pubblicità e soprattutto della moda. Piccole “pillole” di sapere e curiosità che ci porteranno a conoscere questi ambiti più da vicino.
Oggi parliamo dello stilista Elio Fiorucci e del suo amatissimo brand.
Elio Fiorucci nasce a Milano, nel 1935, si occupa di moda fin da giovanissimo seguendo le orme del padre nella gestione del negozio di calzature. Nel 1962 lancia le sue prime galosce in plastica colorata. Passa la sua gioventù a Londra e nel 1967 inaugura il suo primo store a Milano, tutto dedicato alle opere di Amalia Del Ponte, una scultrice creativa e anticonformista. Nel 1970 Elio crea il marchio che lo renderà noto in tutto il mondo: il brand Fiorucci, il cui logo ha origine dal restyling dei due famosi angioletti, in stile vittoriano e stampati in tutti i capi di abbigliamento e in tutti gli accessori più usati. L’opera grafica è di Italo Lupi, noto architetto, che con la sua creatività diffonde il brand oltre i confini.
Nel 1974 apre il secondo store a Milano e inizia a collaborare con i più importanti esponenti dell’architettura, del design e della moda per creare veri e propri eventi in occasione delle sue presentazioni e delle aperture dei suoi negozi tutto il mondo. Un esempio, lo store di New York sulla 59ª strada, disegnato da SottSass, Branzi e Marabelli, che diventa il luogo scelto da Andy Warhol per il lancio della sua rivista “Interview”.
Negli anni Settanta, Elio Fiorucci acquisisce una fama internazionale grazie all’inaugurazione dello “Studio 54”, discoteca-mito legata alla discomusic, nella quale Fiorucci organizza il grande opening del locale con una serata evento aperta da una star internazionale, anche se allora ancora poco conosciuta, Madonna. Ancora, rimarrà nella storia l’happening di Keith Harring, il noto artista che ha vestito di graffiti, uno store Fiorucci.
Elio Fiorucci fa della contaminazione artistica una filosofia stilistica: crea relazioni tra le arti arricchendo la personalità del suo brand nella moda. Dal design alla musica, dall’architettura all’organizzazione di eventi, dell’arte alla contemporaneità, Fiorucci ingloba tutto proponendosi un marchio di moda a 360°. I suoi negozi iniziano ad esprimere proposte di total look e di lifestyle, in un periodo in cui i giovani cominciano a manifestare il bisogno di cambiamento nel modo di apparire, di comportarsi e di vivere la vita. Negli anni Ottanta Fiorucci rimane sulla cresta dell’onda promuovendosi però come re del jeans. Negli stessi anni il marchio inizia a produrre una collezione maschile e continua la sua identificazione con il mondo dei giovani. È così che Fiorucci diventa fautore indiscusso del Casual Wear: un mix di stile tra il jeans e il formale, ricordando a tratti lo Sportswear americano degli anni Cinquanta.
Negli anni Novanta continua il successo di Fiorucci e l’azienda viene acquisita dalla multinazionale giapponese, che ne mantiene inalterata l’immagine, per garantire il rispetto delle origini e dell’identità, soprattutto in riferimento al target.
In Italia, Elio Fiorucci ha portato la figura del cool Hunter, del precursore di idee o meglio del cacciatore di tendenze, inizialmente riconosciuto come uno stilista e successivamente considerato soprattutto per la sua creatività, la sua curiosità e la capacità di rompere gli schemi. Nei suoi negozi accanto ai capi di abbigliamento si trova di tutto e tutto rigorosamente firmato Fiorucci. Questo inizialmente stravolge le abitudini della moda e solo successivamente coinvolge soprattutto i giovani, rapiti dalla trasgressione e dal gusto della provocazione.
A caratterizzare Fiorucci è il “Nude Look”: definito così per l’esaltazione della naturalezza e della libertà che i capi di abbigliamento propongono. Si passa dal monokini alla giacca casual con solo un bottone, dal seno senza reggiseno vivibile sotto una T-shirt con i due iconici angioletti agli impermeabili trasparenti. Questo lo stile di un mito sociale, che continua a stuzzicare il presente.
Concludiamo questo nostro approfondimento su questo brand e questo stilista con un consiglio per tutti gli appassionati:
“Fiorucci Story”, edito da Mondadori Electa (in omaggio una shopping bag).