Durante il secondo giorno di Vinitaly nella conferenza denominata: “Il clima che cambia: nuove sfide
per la nostra viticoltura” è intervenuto il professore dell’università di Padova dott. Paolo Tarolli, il
quale ha esposto la sua ultima ricerca, che ha come obiettivo quello di analizzare i più recenti
cambiamenti climatici al fine di trovare soluzioni utili ad aiutare i lavoratori agricoli a superare i
recenti problemi.
Prendendo spunto da una ricerca del climatologo Ed Hawkings, che analizzava i cambiamenti
climatici dal 1850 ad oggi, si nota come nell’ultimo triennio ci sia stato un drastico aumento delle
precipitazioni estreme. Esse infatti sono non solo sempre più estreme, ma anche sempre più frequenti,
sia in termini di precipitazioni ma soprattutto in termini di siccità.
La ricerca del dott. Tarolli dal nome “Impatti della siccità ed ondate di calore nel 2022. Quale impatto
sui vigneti d’Europa?” va ad analizzare proprio l’effetto dell’eccessiva siccità degli ultimi anni sui
vigneti. Intersecando i dati relativi alla siccità con quelli relativi alla temperatura del terreno dai 35
gradi in su si ottiene una rivoluzionaria mappa che mostra graficamente i territori del nostro Paese
soggetti a siccità estrema. Tra questi si nota che sono stati interessati il 34% dei vigneti del Veneto.
Quale scenario si profila dunque per il futuro? Secondo il professore si andrà incontro ad
un’aridizzazione del territorio dal momento che le aree aride in tutta la penisola stanno passando dal
25% al 35%. Un dato che preoccupa estremamente i lavoratori del settore e che necessita di
innovazioni concrete ed immediate.
La soluzione più urgente riguarda la gestione delle risorse idriche. In particolare il dott. Tarolli ha
parlato di “invasi”, ovvero vasche per la raccolta dell’acqua piovana che venivano usate anche
nell’antichità per avere dell’acqua disponibile per l’irrigazione nei momenti di emergenza.
La necessità di costruire invasi riguarda soprattutto il Nord Italia dato che negli scorsi anni ne erano
stati costruiti alcuni al Sud per combattere la siccità. Dal momento però che questo tema interessa
sempre di più anche la parte settentrionale del nostro Paese la costruzione e la messa in funzione degli
invasi non può più tardare, in quanto rappresentano una grande occasione sostenibile dal punto di
vista ecologico ed economico.
Di Nicolò Panato