Perseverance è stato l’ultimo rover lanciato su Marte dalla NASA per scoprire molecole e segnali di origine organica o addirittura fossili batterici risalenti a miliardi di anni fa.
Su Marte non piove da miliardi di anni, non ci sono laghi, né fiumi né oceani e la superficie è segnata da crateri scavati dalle meteoriti. Ma proprio qui gli studiosi sono alla ricerca di tracce di una vita passata perché Marte, il pianeta rosso, quarto nel Sistema Solare, un tempo era molto simile alla Terra.
Quando il Pianeta ha cominciato a raffreddarsi, i vulcani hanno liberato gas serra nell’aria che hanno circondato l’intera superficie formando un’atmosfera. Il terreno, all’epoca, era caldo e umido.
Fra i tre e i quattro quattro miliardi di anni fa, quando sulla Terra cominciava a nascere la vita, i due pianeti si sono sviluppati, però, in maniera diversa. E mentre la Terra si popolava, Marte diventava un pianeta desolato, caratterizzato da un freddo addirittura più intenso di quello dell’Antartide.
Negli ultimi anni sono stai mandati rover, satelliti orbitali, telescopi e sonde spaziali su Marte. Il rover Perseverance è arrivato il 21 marzo scorso e da allora sta lavorando per raccogliere quanto più materiale possibile, in particolare attorno al cratere Jezero. La prima domanda che gli scienziati si fanno è di che tipo siano le rocce: sedimentarie o vulcaniche?
Una cosa certa è che su Marte ci sono state eruzioni violentissime, tali per cui i vapori e le polveri hanno formato un filtro alla luce solare modificando di conseguenza anche il clima del pianeta.