Eccoci nuovamente all’appuntamento di SONAR, la rubrica di approfondimento di Cube Radio News.
L’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OECD) in uno degli ultimi report pubblicato lo scorso giugno ha affermato che la comunità globale è ben lontana dal raggiungere l’obiettivo zero plastica a meno che non vengano sviluppate e implementate maggiori politiche e iniziative a riguardo.
Le stime e i danni dell’inquinamento da plastica
Le stime fatte nel report presagiscono che entro il 2060 l’uso e lo spreco di plastica triplicherà a livello globale, quale conseguenza di una crescita economica e demografica, soprattutto in Asia e in Africa subsahariana. Solo, infatti, un quinto di questa verrà riciclata.
Al contempo, si stima che la dispersione di plastica nell’ambiente possa duplicare raggiungendo le 44 milioni di tonnellate prodotte per anno: per esempio si pensa che possa triplicare negli ambienti marini, impattando negativamente sia sull’ambiente che sulla salute.
I danni scaturiti dal consumo smisurato di plastica hanno quindi conseguenze enormi a partire dai singoli processi di produzione, che comportano un aumento dell’emissione di gas a effetto serra.
Cosa fare per ridurre lo spreco di plastica
Eliminare l’inquinamento da plastica è possibile solo se gli obiettivi e gli sforzi sono condivisi e coordinati a livello internazionale. Frenare il consumo, dare una seconda vita ai prodotti, oltre a sensibilizzare in tema di riciclo sono alcune delle politiche che tutti i Paesi dovrebbero adottare. Per questo il report avanza pacchetti di misure da implementare sia a livello regionale che globale, con l’obiettivo ultimo di ridurre a quasi zero lo spreco di plastica entro il 2060.
Il Sonar di oggi termina qui, Marta Miotto per Cube Radio News, a voi studio.