Eccoci nuovamente all’appuntamento di SONAR, la rubrica di approfondimento di Cube Radio News.
Una conseguenza del cambiamento climatico e degli eventi atmosferici gravi è il danneggiamento del patrimonio artistico culturale, proprio perché sono numerosi i siti esposti alle intemperie.
La Cop26 che si è tenuta a novembre 2021 a Galsgow ha nuovamente riacceso i riflettori sulle problematiche annesse al clima, visti gli eventi meteorologici che si abbattono sulla nostra penisola in maniera sempre più improvvisa e violenta. Eventi catastrofici hanno colpito nel 2021 indistintamente regioni del nord e del sud, in particolare Sicilia e Lombardia che si trovano in testa alla classifica, rispettivamente con 30 e 23 episodi estremi. A seguire, Campania, Veneto e Sardegna, Lazio, Piemonte e Liguria.
L’Osservatorio Città Clima di Legambiente spiega come il cambiamento climatico impatti sul patrimonio artistico culturale
Secondo, infatti, il report dell’Osservatorio Città Clima pubblicato da Legambiente per l’anno 2021, sono in tutto 97 i casi di allagamento da piogge intense, 46 i danni causati da trombe d’aria, 13 quelli provocati da frane da piogge intense, 11 le inondazioni fluviali, 9 le conseguenze negative dovute alla siccità e, infine, 3 i danni al patrimonio artistico e culturale.
Il cambiamento climatico in atto è visibile per esempio a partire dallo stato di emergenza idrica dichiarato recentemente in Veneto. Nell’ultimo semestre, infatti, il fiume Po ha toccato il livello più basso degli ultimi trent’anni. Ma dalla quasi totale assenza di piogge alle inondazioni, di mezzo c’è per esempio la Laguna di Venezia, succube e dipendente dalla famosa “Acqua Granda”. Nel 2019, 110 centimetri di acqua hanno allagato la basilica di San Marco, danneggiando in maniera importante il pavimento musivo, la struttura tutt’attorno, oltre a 70 delle 120 chiese della città, tanto da richiedere ad oggi investimenti che la regione Veneto da sola non è in grado di finanziare.
Nel centro Italia, un’altra città che rischia il suo patrimonio culturale è Roma, che conta oltre 2200 beni esposti alle intemperie, tra il centro storico, piazza Navona, piazza del Popolo e zona Pantheon. A Firenze sono oltre 1100 quelli a rischio alluvioni, tra la cattedrale di Santa Maria del Fiore, la basilica di Santa Croce, il battistero e la biblioteca nazionale. Nel sud Italia, invece, a ottobre 2021 la città di Catania, in Sicilia, è stata travolta da un alluvione, quanto più simile a un ciclone tropicale.
Il cambiamento climatico danneggia anche il patrimonio paesaggistico
Oltre al patrimonio culturale, anche quello paesaggistico è a rischio. Nel 2018, una tempesta di pioggia, fango e vento si è abbattuta sulle foreste alpine del Nord-Est Italia, provocando ingenti danni alle foreste delle regioni di Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige. Gli alberi caduti corrispondono a circa 8.6 milioni di metri cubi, una quantità che normalmente viene tagliata tra i 5 e i 7 anni.
A tutela del patrimonio artistico e paesaggistico, a gennaio 2022 è stata approvata una Risoluzione che impegna il Governo e i ministri a fronteggiare i danni causati dagli eventi atmosferici. A questo si aggiungono i 4,28 miliardi di euro, parte dei fondi del Pnrr, che verranno destinati alla cultura.
Questi due primi impegni assieme all’introduzione nella Costituzione della tutela dell’ambiente dovrebbero essere strumenti in grado di proteggere l’ambiente e la cultura, quali patrimoni di tutta l’umanità.
Il Sonar di oggi termina qui, Marta Miotto per Cube Radio News, a voi studio.