Ciao a tutti, siamo qui per una puntata molto veloce di ModaPuntoCom. Grazie al supporto della Cube radio. Siamo qui in compagnia di Elisabetta Armellin di V73, Ciao Elisabetta e grazie per averci dato questa bellissima opportunità, ti aspettiamo presto nel nostro studio radiofonico.
Grazie.
Passiamo velocemente alle domande poiché dopo tu sei impegnata in questo evento e in questa tavola rotonda sul Made In Italy.
Iniziamo a raccontare brevemente proprio cos’è V73? Come nasce?
V73 nasce 6 anni fa da un’idea di brand e di prodotto. È nato con una borsa che aveva la stampa della Birkin, una borsa in camoscio che aveva la famosa stampa della Birkin davanti e che faceva l’occhiolino al lusso per la prima volta. Era proprio uscita questa borsa in Canvas che però rappresentava un’icona di stile e questo è stato il vero successo. Ho formato il lusso democratico e questo è stato veramente rivoluzionario. Da lì è nato il brand. Adesso con più prodotti si è allargato nel mondo e ha avuto una ricrescita molto esponenziale.
Sei tu che disegni?
Sì tutte le borse che definisco le mie bambine vengono pettinate e passano attraverso le mie mani.
E come nasce l’idea del nome?
– Il nome è V di Venezia per due motivi: uno perché ero a Parigi quando mi è venuta questa idea e prendevo l’aereo che mi riportava a Venezia e secondo, perché io poi ho fatto tutti gli studi, anche l’Accademia di Belle Arti a Venezia. Venezia per me è l’ispirazione. Lo charm che ha V73, il rosone, è proprio il fiore di Venezia di Palazzo Ducale.
Siamo qui oggi nella giornata della moda sostenibile. È una domanda forse scontata, ma necessaria, cosa significa per te la sostenibilità?
Per me è fondamentale soprattutto perché ho un bambino, Giacomo di 9 anni, quindi penso al suo futuro e questa è una domanda che io mi pongo sempre quando progetto. Non è una cosa molto facile perché, noi diamo per scontato, la sostenibilità e l’ecosostenibilità sia così facile. Sta di fatto che la borsa, in questo caso, è composta di più elementi e farli tutti ecosostenibili non è semplice. Ci stiamo lavorando, non abbiamo ancora raggiunto il massimo però l’uso di materiali naturali, aiutano tanto.
Mi anticipi la domanda che volevo porti successivamente: V73 può dirsi comunque in una strada verso la sostenibilità?
Assolutamente sì. Questo è il mio percorso. Sto facendo ricerche. Non è facile, però tutti ci dobbiamo impegnare un pochino alla volta.
Quindi è una via necessaria per la moda?
Si, sarà il futuro della moda. Il problema sono proprio le plastiche e tutto quello che è derivato dalla plastica per cui stiamo attenti quando facciamo la selezione e gli stilisti devono stare attenti quando fanno la selezione dei materiali stessi.
Fare “Made in Italy” è stato difficile per te? Una donna nel settore della moda che parte con questo brand?
Il vantaggio, io sono sempre positiva. Una donna si pone in maniera diversa rispetto ad un uomo. È molto più morbida, versatile e anche la creatività di una donna è vista in maniera diversa rispetto ad un uomo. Però il business, mi dispiace dirlo, ad oggi appartiene ancora molto all’uomo.
Un’ultima domanda, un po’ emotiva: io ho letto che la parte che preferisci del tuo lavoro è l’aspetto creativo cioè quando crei queste forme d’arte. Binomio arte-moda?
Chiedi ad una persona che ha fatto l’Accademia di belle arti per me l’arte è vita. L’arte è la bellezza del mondo. La bellezza del mondo è fatta dell’arte. C’è una connessione molto forte però chi fa un prodotto ha altri paletti che deve rispettare e che non sono la libertà emozionale, emotiva ed estetica dell’arte. Deve combattere con i prezzi, la specializzazione, il mercato, l’andamento del mercato, i tessuti. L’arte si restringe sempre di più. Però il primo input l’idea, deriva sempre dalla bellezza dell’arte. Questa è la verità.
Ti ringraziamo.